Quando senti un'orchestrina, tra una danza americana, che strimpella una mazurca dall'aria paesana, pensi allora alla "quadriglia" d'un bel tempo che passò, quando usava la "pariglia" attaccata ai "landò", quando non c'erano i "tanghi" e i "fox-trot".
Ah! La mazurca che ballava la mia nonna, con le trecce a penzoloni e con i mutandoni sotto la sua gonna. Quando mio nonno, per baciare la sua mano, non usava la scaletta ma la bicicletta fino al primo piano.
I giovincelli, di vent'anni o poco più, com'eran belli coi baffoni per l'insù. Ah! La mazurca d'un bel tempo assai lontano, quando prima di sposarsi stavano a guardarsi con le mani in mano.
Or si balla la "Carioca" il sassofono rimbomba, ma mio nonno suona ancora il grammofono a tromba. Pensa, ahimè, con nostalgia, all'antica gioventù, quando allora ogni "Maria" non era "Mariù". Com'era bello quel tempo che fu!
Ah! La mazurca che ballava la mia nonna, quando al Valle ed al Manzoni c'era già Falconi e Galli prima donna. Quando mio nonno, caporal di fanteria, stava quattro giorni in posa per mandare a Rosa la fotografia.
Finchè il progresso l'automobile inventò. Oh che successo la vertigine, lo sport. Allor mio nonno divorava monti e valli, tre chilometri in un'ora con la due cilindri a cinque o sei cavalli.