In questi giorni è certo autunno giù da noi dolce Marta, Marta mia ricordo il fieno e i tuoi cavalli di Normandia, eravamo liberi, liberi. Sul muro immagini grondanti umidità, macchie senza libertà, ascolta Marta, in questo strano autunno i tuoi cavalli gridano, urlano incatenati ormai cosa dire, soffocare, chiuso qui perché... prigioniero per l'idea, la mia idea perché. Lontano è la strada che ho scelto per me dove tutto è degno di attenzione perché vive, perché è vero, vive il vero. Almeno tu che puoi fuggi via canto nomade questa cella è piena della mia disperazione, tu che puoi non farti prendere. Voi condannate per comodità, ma la mia idea già vi assalta. Voi martoriate le mie sole carni, ma il mio cervello vive ancora... ancora. Lamenti di chitarre sospettate a torto, sospirate piano, e voi donne dallo sguardo altero bocche come melograno, non piangete perché io sono nato, nato libero, libero. Non sprecate per me una messa da requiem, io sono nato libero.
Composição: (musica: V. Nocenzi / Testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi)