Tu dietro un vetro guardi fuori lungo il luccichio dei marciapiedi e la gente si è dissolta nella sera... Tua madre altezza media sogni medi che sbatte gli occhi da cammello e non si è rassegnata e neanche spera... un cespuglio di spini tuo fratello che pensa sulle unghie delle dita appitonato con un'aria da bollito... Tuo padre mani da operaio a vita che ride e gli si spacca il viso impallidito di tv... Tu fretta di vivere qualcosa e ogni cosa è già un ricordo liso e adesso la pubblicità...
Tu e le tue voglie imbottigliate occhi come buchi della chiave e un'ansia indolenzita sotto neve bianca... Tuo padre aspetta sempre qualche nave funambolo sul filo del passato e cena insieme a una bistecca stanca... Tuo fratello è un grammofono scassato un fiume di pensieri in fuga si specchia in un cucchiaio e fa una bocca storta... Tua madre si rammenda qualche ruga e una domanda di dolcezza che porta in tavola e va via... Tu nascosta in fondo a un'amarezza a far finta che il mondo sia un bel posto e adesso la pubblicità...
Ma che giorno è tutti i giorni ed una sera ogni sera e questa sera come le altre che si siede accanto e non c'è niente che ritorni niente allegria e nessun cerino per dare fuoco a tutto quanto...
Tu in quella schienuccia di uccellino che si curva e si vedono gli affanni dei tuoi domani e dei tuoi pochi anni... Tuo padre si strofina le mascelle come impanate nella barba una sigaretta in mezzo ai denti e lui ci parla intorno... Tua madre che si sveglia a strappi e scuote tutta la polvere di un giorno senza persone e novità... Tuo fratello scemo che dà uno spintone al tuo cuore rovesciato come tasche vuote e adesso la pubblicità...
Oggi è quasi un secolo di noia e che si fa domani e dopo e poi nei prossimi vent'anni figli di speranze per un attimo di gioia nella città di antenne e cielo e luci grigie delle stanze...
E la notte cade come un telo a smorzare gli occhi ed i televisori e tu dietro un vetro guardi fuori...