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De Ferro Italico

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Galoppan fra rovine e cenere, straziati e lenti nell'incedere...
Il tempo è giunto, sangue chiama sangue...

Colosseo in fiamme, caduco araldo di antico trionfo,
Carne impalata, teste su lance, pietre incrostate dal sangue dei vinti...
“per quanto abbiamo viaggiato, per quanto abbiamo lottato?
E' giunta infine l'ora della verità!”

Correndo, falciando due onde d'acciaio si mischiano in flutti mortali
Viste annebbiate da polvere e sangue, dolore insistente..nessuna pietĂ !
Esotiche e feroci fiere da terre lontane si scagliano affamate su di noi!
Frecce e lance su dal cielo, alcun sguardo ora è più fiero,
Cadiam dinnanzi all'aquila romana,
Esempio di coraggio e di temerarietĂ 
La nostra armata lotta con ferma volontĂ 
Ma si spengon a poco a poco le fiamme ancora accese,
Si incrinan le difese, preludio di una resa...

Un corno amico, suona ad est, la marsica è con noi,
Comanda il gruppo il fiero lupo, lancia in mano, e sguardo cupo!

Dalle fredde alture dell'appennino
Strette nella morsa di un inverno feroce,
Fa ritorno l'erede sannita.
Invitto dalla prova di maia,
Il re lupo torna presso la sua legione
Accompagnato dai fratelli marsicani...
Sangue dello stesso sangue,
Che dalla stessa antica tradizione ereditano la ferocia in battaglia
E la forza di un'armata, ora si fronteggia nella battaglia finale.

“ricordo ancora che correvi libero per i sentieri di maia laggiù...
Venere e marte ci davan bellezza e forza e giove ancor di piĂą.
Ora servi colui che del sol invictus fa scempio
E dimentica gli dei per festeggiar i natali del flaccido e d ebole,
Infimo re dei giudei.”

“la storia ti ricorderà come un altro trofeo del sacro romano impero”
Ex ungue leonem... memento, sub iugum miserunt... supremum vale!

Nel centro della cruenta battaglia lottavano i due lupi,
Negli occhi lo stesso sguardo di antica ferocia
E nel cuore il medesimo coraggio...
Ma gli artigli di acciaio romano temprato con sapienza
Affondavano troppo spesso nelle carni del sannita,
Che della sua spada fece presto sostegno...
Lo sguardo dell'italico si annebbia, e la vita si riversa a terra
Come le ultime nevi sui rami in fiore..

“gli dei ti abbandonano e roma ha vinto, l'esercito ribelle sarà presto respinto
Implora il perdono e offri la tua resa,
Altari e templi antichi faran posto alla chiesa”.

“respingo una realtà di schiavitù e ipocrisia,
Accetto il mio destino, qualunque esso sia,
Per l'ideale ultimo disposto a lottare,
Per un domani nuovo, come un fulgido albeggiare”
Il rapido riflesso del sole sullo scudo sannita,
Acceca il generale, la sua guardia ora è svanita!
“caligat in sole!”

Affonda nel cuor dell'eroe romano l'acciaio pagano...
Letale l'abbraccio fraterno agognato da tempo...

“per la nostra terra, per il nostro coraggio!”
Dalle macerie come dalle nubi, un raggio!
Le vostre chiese bruceremo, e a bacco brinderem!”

Trafitto da frecce e lacerato nelle carni,
Il vecchio augure cade a terra,
Una spada pone fine alla sua vita,
Tanto a lungo dedicata ai misteri del culto...
Una lancia trafigge i due lupi,
E l'eroe capitolino dedica la sua ultima battaglia a marte,
Ringraziando suo fratello di aver posto fine alla sua vita,
Da uomo libero.
I due fratelli, trafitti dalla stessa lancia,
Morirono in piedi, senza mai inginocchiarsi sul suolo romano.

De ferro italico, in ultio redemptio,
De ferro italico...

Per aspera sic itur ad astra,
Una sola vittoria non basterĂ  a salvare la storia dall'ombra della chiesa...
Ma le gesta di questi uomini rimarranno scolpite nella leggenda,
E vivranno per sempre
Per ispirare nuovi guerrieri a combattere per la libertĂ .

Tombe senza nome, la loro pietra racconta, urla senza voce,
Il loro eco ora giunge a noi,
Moderni guerrieri dagli antichi ideali.

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