Se mi vedeste di giorno con la borsa della spesa fare un giro attorno casa masticando qualche offesa, se mi vedeste lavare, pulire o attaccare manifesti, vi mettereste a guardare senza ridere dei miei gesti.
Se mi sentiste parlare, trascurando la mia voce, comincerei a raccontare ciò che nessuno dice, ciò che nessuno sa:
una storia di dubbi e di fughe da casa, di vestiti sbagliati di qualche inutile attesa e di rabbiose ostentazioni e le parole delle canzoni, mai scritte per me.
E vorrei uscire fuori senza quei rumori di motori; respirare la speranza. Senza più cliniche straniere che non sanno indovinare chi è nascosto dentro me. Se avessi un po’ di vita anch'io, vorrei passarla a modo mio, con te.
Tu che ti vergogni la mattina e non mi presenti a nessuno e mi nascondi in cucina quando apetti qualcuno. E quelle stesse persone che ridono della mia voce hanno anche loro una croce: ciò che nessuno dice, ciò che nessuno sa.
Storie da pasolini nelle macchine strette, con dietro i sedili dei bambini e le sigarette. E le parole così pesanti, i discorsi degli amanti, non sono per me.
E vorrei avere un nome uguale a quello denro ai documenti e il saluto dei parenti. Vorrei passare un bel Natale con le foto da scattare; vorrei ridere con te. Se un po’ di vita resterà , chissà che posto ci sarà per me.
Se avessi un po’ di vita anch'io vorrei passarla a modo mio, con te. Se un po’ di vita resterà , chissà che posto ci sarà per me