A piedi nudi sul legno del ponte portando cesti di frutta matura parte una musica dolce e già cambia l'inquadratura e c'è una vela che viene dal mare non si sa bene a portare che fin quando nuvole in dissolvenza non la nascondono o sono nuvole con altre vele che si confondono e intanto passano i giorni e non è proprio mai finita e intanto passano i giorni e sono i titoli della vita e allora ay ay ay calypso, calypso...
Quanti pesci pescati nel mar. Quante donne pescate in un bar dove i tatuaggi di bruciano meno se li appoggi sul fresco di un seno e una voce canta canta: "Ay ay ay calypso, calypso..." e c'è il dettaglio di un uomo seduto la pelle nera che sembra velluto due occhi neri che sembran carbone disegna cerchi col rum sul bancone e pensa che si può morire di calypso.
A piedi nudi sul legno del ponte e primo piano di un particolare che la frutta richiama le api e che una spina in un piede fa male e quante navi abbiam visto partire e ritornare nessuna mai perchè da piccoli in riva al mare i bambini corrono ma poi da grandi si fanno furbi e di giorno dormono e intanto passano i giorni e sono giorni tutti uguali bianchi ed affilati come i denti degli squali e allora ay ay ay calypso, calypso calypso...
Una noce che cade per terra suona come un tamburo di guerra suona come un segnale di festa nel viavai di chi parte e chi resta e una voce canta canta: "Ay ay ay calypso, calypso..." e c'è il dettaglio di un uomo che guarda il viso nero muschiato di barba che guarda il mare da dove è venuto poi scuote il capo e rimane seduto e pensa che si può morire di calypso