È sabato, è sabato. Le nove e mezzo di sera, niente di anormale ceniamo agli stessi posti eppure c’è qualcosa si sente, prova a guardarla, c’è un’aria strana non facciamo l’amore da una settimana.
È sabato, è sabato. Domani niente lavoro, forse andiamo al mare le slaccio la cintura e resto un po’ a guardare la linea armoniosa del collo, la curva delle anche che per me sono cose risapute e stanche.
Ma è nell’aria non so da che cosa ma si sente, è nell’aria si vede dai gesti, dai silenzi, è nell’aria. In fondo è così naturale un piccolo sforzo iniziale poi tutto, tutto va da sé tutto va da sé senza fatica, senza fatica.
Le mani si muovono, accarezzano i fianchi le bocche si avvicinano poi si staccano ancora i corpi si sfiorano poi si allontanano di scatto si riallacciano poi si comprimono il respiro è più forte, incalzante più affannoso, morboso, ansimante parole sconnesse, frenetiche, senza pudore è l’amore, è l’amore, è l’amore.
È sabato, è sabato. Sdraiati nudi sul letto, un asciugamano adesso c’è un gran silenzio, un senso d’abbandono un letto che cigola piano, si avverte il suo rumore nella stanza di sotto stan facendo l’amore. Più forte spaventoso come un treno, si sente, più forte poi gridi, soffocati mugolii, sempre più forte lamenti e respiri affannosi signori così rispettosi come fanno? Non ce li vedo non ce li vedo proprio come conigli, come maiali.
Mi alzo, vado in bagno, le mani appiccicose rumore di acqua che scorre, la pancia appiccicosa dall’appartamento di sopra, dall’appartamento di sotto rumori di gente che si lava rumori di cessi e di sciacquoni bellissimo, un amore tutti insieme un amore collettivo ma sì, domani è festa i letti che si muovono sì, sciacquoni, sciacquoni forza cessi, è sabato, è sabato, è sabato.