Lui si svegliò quel giorno e stranamente la prima cosa intorno che guardava di colpo quella cosa diventava. Lui diventava tutto e tutti quanti lui diventava albero e cavallo persona, pietra dura e poi trifoglio. Lui diventava abbarbicati amanti, uomini silenti e rumorose masse e tutti gli elementi di città e campagna ovunque si recasse. Lui diventava il padre virile e ingiusto lui diventava il figlio un po’ smarrito l’onesta madre che l’aveva concepito. Lui diventava i riti della casa e le conversazioni e poi la compagnia e gli uomini e le donne che per le strade s’addensano in follia. E poi la conoscenza, il nobile concetto e l’intelletto l’idea che a tutto tu devi dare un nome il senso del reale e soprattutto il maledetto "se e come". Lui si svegliava ogni mattina e tutto, tutto diventava suo e tutto diventava parte di quell’uomo che ora sono anch’io.