Un figlio quasi inerte con una madre quasi suora o meglio ancora con un padre affascinante e forte un figlio di famiglia media cresce quasi normale per recitar la solita commedia dell'amor filiale.
È facile pensare che nella prima adolescenza la sua esistenza fosse beata e abbandonata a quella suora da baciare più tardi solo i padri son perfetti sono i nostri dèi e come accade a tutti voleva esser come lui.
Ma non è dell'infanzia che si vuol parlare ma piuttosto del cuore di quei turbamenti segreti che non sai decifrare la gente è di più, la gente è di più.
Un figlio che sta male un figlio già cresciuto e insofferente ad ascoltare un padre intollerante e sempre più banale un figlio che ascolta sua madre, i suoi soliti pianti e poi la notte sotto le lenzuola i suoi baci sgomenti.
Sarà un malessere vitale o la natura che reagisce, pian piano cresce un odio di pensiero e al tempo stesso viscerale un odio per il padre, un insensato furore così antico e forte che a tratti vorrebbe addirittura la sua morte.
Ma non è della rabbia che si vuol parlare ma piuttosto del cuore di quelle emozioni insensate che non sai contenere la gente, la gente, la gente è di più la gente, la gente, la gente è di più.
Un figlio ormai lontano un uomo adulto che ha di fronte il suo presente un ritorno in famiglia, un sentimento strano un uomo di coscienza media, come un fatto normale va a recitar la solita commedia dell'amor filiale.
L'esagerata indignazione l'insofferenza e la fatica di una vita poi d'un tratto trovarseli vecchi, che sensazione un attimo per farsi perdonare e per dirsi addio con i capelli bianchi e la dolcezza dell'oblio.
Ma non è dalla morte che vi suol parlare ma piuttosto del cuore di quell'accattone di affetto così lento a capire la gente, la gente, la gente è di più la gente, la gente, la gente è di più la gente, la gente è di più la gente, la gente è di più.