E quando quel suo pianto, patetica risposta al mio no divenne un loden verde che un angolo di strada cancellò, soffocai la mia sensibilità dietro la statua della libertà. E quella statua un nome ed occhi verdi aveva già e una cerniera lentamente rimossa a metà. Femmina rossa cosa vuoi? "Mio per sempre". E fu la morte anche per lei. E purtroppo perdo anche te, se tu confondi i mondi: amore e proprietà. Tu perdi me. E ancor più solo, senza loro e te, io disperato con un mantello alato sopra un monte corro e a braccia aperte e ad occhi chiusi gettandomi, come posso, mi soccorro. Vedrò fra il grano i fiordalisi; uscir dall'acqua i risi. D'amor la terra è pregna, anche se gramigna nel seme, il seme ha dell'esclusività. E certamente parleranno di sindrome depressiva o più semplicemente diranno che è morto un altro matto. Ma io avrò cercato solamente altrove quel contatto che qui non trovo, che qui non ho... Macchina del tempo tu perdi i pezzi e non lo sai. I pazzi sono i saggi e viceversa ormai. Io so che incertezza uccide ogni ebrezza che nasce in noi. Il senso della vita, confuso ed umiliato, si è perso oramai. Tra i fili di un tessuto di riti e paure, di rabbie e di preghiere. Siamo, siamo, siamo, siamo vivi e dobbiamo restarlo perchè: programmare una vita in un giorno vuol dire morire quel giorno con te. Ed io voglio mai perdere nessuno e nessuno che perda mai me.