Ah! questa poi sento di star per vivere e nello stesso momento tremila riluttanti col lunghissimo mento e i denti scricchiolanti avidamente tremila debuttanti sfondano contemporaneamente le quattro pareti nemmeno tanto ingenuamente perché non c'erano segnali di divieti. Ah! questa poi sento di star per vivere e i villini camminano dopo i pranzi con l'inquilino in bocca stuzzicante anzi tutte le belle pancione dovrebbero fregiarsi di un balcone. Ah! come sono triste mi mangerei oltre il pasto le liste dei vini se fossero di sfoglie coi croccantini al posto delle scritte. Avrei una voglia, un taglietto d'affetto. Cosa sento ma niente. Un affetto non si prova s'indossa direttamente. Ah! come siamo vivi come tutto accade per tutt'altri motivi. Mettiti nei tuoi panni dove sei più aleatoria. Siamo nella preistoria ecco una frase che durerà. Sapessi tu come me ne ricordi un'altra della quale non ho alcun ricordo perché non avemmo motivi nemmeno di disaccordo anzi come i lati di un triangolo isoscele non avemmo motivo di conoscerci. Ma sento un tepore carnale che cresce sarà un saldatore che al naso mi unisce. Ah! come sono vivace come uno che tace e ci si domanda chi ha fiatato ed ognuno si voltò dall'altro lato credendo di aver pronunciato lui stesso quella frase chi ha parlato è l'autista che pronuncia il discorso più lungo che esista. Al ritorno la strada restò sola e le corsie incontrandosi non dissero nemmeno una parola. Ah! questa poi sto per vivere di fresco e me ne esco uno da una parte uno dall'altra la Commedia dell'Arte. Ah! come sono vivace come uno che tace.