Potrebbe essere sera, potrebbe essere una sera alabastrina, con le sue venature ed una serpentina fessura per passare dalla sera alla notte con la nostra piccina. Viola il colore della sera, l'ora nella quale tutto resta non tanto com'era, ma come sarà. Rinviate le schegge, s'infrangono come vetrate le saracinesche, come se non dovessero riprendersi più, risalire, riaprire un domani. E i viali vanno avanti in due filari, per pura educazione, così per cortesia non finisce la via, pur avendo diverse ragioni per fermarsi: cercare gli aggettivi catarifrangenti infranti e lucenti. Ma con l'educazione e con la cortesia, c'è da fare attenzione tra i viali e sulla via nell'ora in cui si avvera soltanto il colorito della sera. Viola paonazza, la ragazza è sola con suo grande sollievo per godere con me, si permette un coda, roteata all'intorno, se la mette, la leva: potrebbe essere sera. Le foglie fanno i compiti sui rami: i bilanci, i conti, la lettura con occhi castani, potrebbe essere sera. E tu potresti ridendo dire "Non ho spiccioli, resti d'inverno, né di primavere, davvero non ne ho, e non posso cambiare, scusate, né l'autunno, né l'estate." Viola, paonazza la ragazza è sola, passa e ripassa la linguetta rosa sopra il quesito del suo labbro squisito. E come resiste, ma come resiste al lamento ottimista di una felicità; si permette un rifiuto con il mento levato, più bellina più altera potrebbe essere sera. Come chi in sonno dicesse una frase così, giorno dopo giorno, un rumore così, a dissolvere a smorire un frase così "Non è così com'è, non è com'era" Tu cedi all'insistenza dolce e viola, seguendo la pendenza della sera.