Erano i tempi degli angeli e dei diavoli Dei pomeriggi lunghi di periferia Del catechismo e i primi schiaffi dentro al cuore Segretamente trasferibili in poesia Erano gli anni dei miracoli Di una crescente benestante borghesia Era una corsa senza ostacoli Erano gli anni della brutta polizia
Con il cappotto e le giacchette rivoltate Che mio fratello ormai non si metteva più E con le scarpe rattoppate e risuolate Fino a che il piede non poteva entrarci più Mi conquistavo la mia parte Nelle tremende gerarchie delle tribù Barando a volte con le carte Non distinguevo tra necessità e virtù
Oh! Solo pensieri nella testa Echi lontani della festa Fotografie dentro al cassetto Un po’ di dolce dentro al piatto
Poi venne il tempo della musica ribelle Dei genitori resi ostaggi del passato Dei Movimenti con i nervi a fior di pelle Delle ragioni delle mafie e dello stato Le occupazioni della scuola I miei compagni nei cortei delle città I primi colpi di pistola Qualcuno resta qualcun altro se ne va
E piano piano diventavo un po’ più grande Se ero cosciente forse non lo saprò mai Però la vita diventava più pesante Ma mi dicevo in fondo in fondo cosa vuoi Ti puoi creare un mondo a parte Puoi costruirtelo a misura Ti basta solo un pianoforte E passa tutta quanta la paura