Ti ricordi quella volta ero stanco di ascoltare Tu parlavi della vita dell’impegno e di cultura Con le mani nelle tasche e quel sigaro infernale Vecchio saggio di cent’anni io non ne potevo più Con il vento sulla pelle e una maschera sul viso Aquila bianca amica del cielo volavo contro gravità E tu profondamente ma senza decisione Dicevi \"Forse un giorno capirai\"
Ogni tanto il vecchio Cleto raccontava storie vere \"Le rapine sopra i treni ? Basta non avere paura Puoi nasconderti una vita e non ti troveranno mai Però i tuoi complici di notte ruberanno quello che hai Dammi una pistola nuova e veglierò con te Sono figlio di oneste persone non te ne pentirai\" Ma per quanto avesse chiesto di poter restare Gli dissi \"Tante grazie sono fatti miei\"
Certe volte ti chiamavo forse senza una ragione Ma tu figlia del pudore non mi rispondevi mai E nascondevi le parole dentro ai calici dei fiori E lasciavi andare avanti il tuo nome e la tua etĂ Ma i tuoi sono andati e tu non l’hai capito E il tuo nome a poco a poco l’ho dimenticato Magari adesso sarai stanca di aspettare Sospesa tra i tuoi sogni e la realtĂ
E con il tempo anche le rughe si cercarono un amante E altre forme d’evasione e un sincero confidente Però tre angeli di ghiaccio mi hanno assassinato padre La sua croce è a mezza strada tra lo Utah e Tel Aviv Padre dell’alba bianca padre nella notte ostile Si perda il tuo ricordo tra mille nuove fantasie E adesso il vento s’è posato sulla pianura E l’aquila confusa chiude gli occhi e se ne va