Non veniva dal mare ne dai monti coperti di neve, non aveva nessuna moglie e neanche un dio sapeva pregare, non conosceva nessuna lingua e per parlare usava un violino che raccolse ai piedi di un sogno sotto il cielo di un giorno lontano. Arrivava all'improvviso sulla piazza di ogni villaggio ed intorno un cerchio di gente in silenzio a vederlo suonare, le sue note erano onde come le avesse portate il mare che volavano dalle correnti oltre gli argini delle parole. E come un luce mai vista prima che colora i sassi e le pietre quella musica senza tempo già invadeva tutte le strade, spalancava porte e finestre videro d'essere malmaritate mentre gli uomini restavano incantati ad ascoltare, le ragazze, le ragazze, quelle persero il respiro mentre il vento che le vestiva se le portava via lontano. Come venne poi se ne andò e al suo posto solo un respiro e la musica che lo seguiva volava via da ogni sentiero. Scese la notte dietro e case e il silenzio tutto intorno mentre la gente chiudeva le porte con la speranza di rivederlo. Ma già cadevano le prime stelle da quegli occhi accesi in un giorno poi il silenzio di quella notte lentamente confuse il ricordo di un violino venuto dal nulla che cn sè portava il sapore di un volo libero per ogni cielo, senza confini e senza paure.