Ne ho aspettate canzoni, ne ho aspettate di cicogne che nascessero fuori o dentro il cuore; ed erano i miei figli beduini, venuti ad assomigliarmi in parole d'amore.
Le canzoni hanno fame, hanno freddo le cicogne e il bambino ha lo sguardo troppo stanco; e mai fu lungo un bacio o breve un viaggio, o ingannata la memoria del suo dolore al fianco.
Com'era bello, quella sera il tuo vestito giallo; com'eri bella tu... mi sembra quasi di toccarlo.
Sai, vorrei tornare indietro e rivederti lì mi basterebbe solo stringerti di più, perché non c'ero, non ci sono stato mai tutti quei giorni che mi hai amato solo tu; e vorrei dirti cose come "vita mia", stronzate assurde tipo "fammi compagnia", e che son solo e so che pure tu lo sei, vorrei, vorrei... vederti giovane, vorrei.
Ho cantato da solo questa vita per mestiere per due lacrime perse in un bicchiere... E intanto se ne andavano i tuoi occhi e la fantasia che accende l'orlo delle tue mutande...
Com'eri bella, quella sera, Daria: com'è lontana quella sera...
Sai, vorrei ternare indietro e non lasciarti mai; mi basterebbe solo stringerti di più, per tutti i giorni che con te non c'ero mai, per tutti i giorni che mi hai amato solo tu.
Sarai la sera quando non mi perderò, la rabbia vera di un pensiero che non ho, l'ombra che scende per dimenticare me, la ninna nanna di un dolore che non c'è la storia farà scempio di uomini e parole, gli uomini non saranno più frasi d'amore, ma nel continuo disperarci che c'è in noi io so per sempre che tu ci sei.