Com'è difficile avervi dato il cuore, la pelle, i nervi, gli occhi, i piedi... perfino il mio odore e nemmeno una sola ragione, una sola, qualunque, anche vaga ragione di essere qui. Sembro invincibile, quando uscite la sera senza darmi un bacio; sembro invisibile, perso nei miei pensieri, quando vi incrocio: "Nostro padre ha una tale riserva di sogni che non è possibile batterlo: lui non può perdere mai..."
Ma guardate quest'uomo, che vi ha insegnato a vivere fermando il tempo, con un solo vestito per tutte le stagioni, che vi ha insegnato a correre controvento, e che vedete sul palco a sbranare emozioni, a serrare nei pugni le cose che vanno via, perché il bello degli uomini è che non hanno mai perso, e vi ha insegnato la grandezza della malinconia, perché siamo i soli padroni dell'universo, ma guardate quest'uomo, guardatelo adesso, guardate questo buffo uomo ridicolo che sta sulla porta, questo buffo uomo ridicolo che fuma dietro alla porta, questo buffo uomo ridicolo che aspetta solo che torniate e tutto il resto è un puttanaio di puttanate... un puttanaio di puttanate.
Così fa il tempo, e non insegna a nessuno come restargli dietro; così fa il tempo e ti mette nelle tasche diamanti di vetro... e il ragazzo guardava le stelle, e le stelle guardavano il buio, e nel buio vi ho dato la mano...
Non badate a quest'uomo, che sarà forse il freddo, sarà forse il fumo, ha chiuso gli occhi ma dentro ci continua a vedere, come il suo vecchio perso nel bosco di Colono, o il suo Valerio sfinito di gotta e d'amore, quest'uomo mai finito e avvinghiato ad un sogno, rivenduto in pacchetti di musica e parole, che scorreva la vita e non trova più il segno dove stava per leggere il senso del dolore, ma guardate quest'uomo, guardatelo adesso, guardatelo, guardate questo buffo uomo ridicolo che sta sulla porta, questo buffo uomo ridicolo che fuma dietro la porta, questo buffo uomo ridicolo che si aspetta che voi amiate proprio quello stesso puttanaio di puttanate, il suo puttanaio...