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Le Ultime Dee

Zibba


Avida, gioca con me.
Notte bianca leviga ogni perché.
Corri via, dea dei sospiri.
E lasciami qui a ridere di voi.

Stupida, cancellati.
Non sei stanca di parlare
parlare di te?

Teatrali formalità.
Gentiluomo, ovvio suono.
Pagati e uccidi gli eroi.

Se vai di fuori vedi i fiori
nella danza dei colori
tra le leggi di peccato
e il vino buono a buon mercato.

Con le lucciole a segnare
le tue curve nel viale
arrivi sano senza urlare,
hai solo voci da dimenticare.

Qui la notte spunta
e senza chiedere perché
le donne dolci marionette
si rincuorano

Chè qui la notte buia,
propia nera mai non è,
e i figli crescono da se.

Passa qui, piccola dea.
Se ne hai voglia lievita,
ti sposeranno.

Corri via, che pioverà.
E il tuo trucco con il pianto
del cielo gocciolerà.

Chi amerai, se non un Dio.
Non sei pronta per amare
una poesia.

Vertice di gusto e virtù.
Gentildonna con chi vuoi te.
Grande puttana per me.

Se nel bisogno di parlare
trovi frasi da scoprire
tieni il tempo dei tuoi errori
e metti l'anima di fuori.

Asciuga bene i pentimenti
lascia crescere i pazienti,
chiudi gli occhi e aspetta
la libera uscita dei pidocchi

Tanto qui la notte gravida
non chiede mai perché
la luna non si fa più scura,
forse per paura.

Qui la notte buia,
propia nera mai non è,
e le viole violano da se.

Muoviti, sensualità.
Copertina di rivista
"dissocietà".

Quante lune, non dirlo mai.
Con i tacchi lucidi
confondili.

Guardano, voglia di te.
Lascia sbavare i cani e poi
e poi godine.

Se sei tu, bene così
Ma se ne piangi la notte
aspetta la morte
tra i tuoi farisei.

Lento in un tormento
mi addormento.
Tengo il cuore spento.

Chiudo anche la voce,
veloce.
Al passo delle ultime dee.

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