Abbiamo io e te folleggiato qua e là, Ma è tempo di andar con più tranquillità, Si veste ogni nuova avventura Di non attendibilità E più di una brutta figura La fuga ti risparmierà. Non hai più, non hai più La prestanza del tempo che fu, Non ti resta una volta di più Che sperare... Non hai più, non hai più La superbia tua prima virtù E, mancando l'ardore che fu, Ah, che vuoi fare? Non hai vitalità, Sei più triste che mai, E non c'è sazietà In quel poco che dai, Se ne è andata l'età Delle tua facoltà senza pari. Non hai più, non hai più, Puoi sognare se vuoi pure tu, I ricordi potrai tutt'al più Raccontare. Non hai più, non hai più Tante arie da mettere sù, Vieni amico, contemplati In uno specchio. Non hai più, non hai più Il tuo corpo da "attenta-virtù" E gli sguardi non fremono più Da parecchio. Sei quel frutto che ormai Non si raccoglierà, Perché spremerlo ormai Per quel poco che dà, Ma riposati và E poi campa da povero vecchio. Non hai più, non hai più I delitti di lesa virtù, Buonanotte all'ardore che fu ... Ed al secchio! Non hai più, non hai più, Ma sta' calmo, ragionaci sù, Oramai non attaccano più Le promesse. Non hai più, non hai più Che da essere papà tutt'al più, Queste cose, non ciò che vuoi tu Sono ammesse. Sulla fronte che hai, Più spaziosa che mai, Spunteranno le insegne di regalità Che purtropo però solo ai cervi Natura concesse. Non hai più, non hai più Che i discorsi del tempo che fu, Stringi femmine come vuoi tu, trepidanti, Ma ne devi pagar le virtù In contanti.
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