Questa di Marinella è la storia vera, che scivolò nel fiume a primavera ma il vento che la vide così bella dal fiume la portò sopra una stella.
Sola senza il ricordo di un dolore, vivevi senza il sogno di un amore ma un re senza corona e senza scorta bussò tre volte un giorno alla tua porta.
Bianco come la luna il suo capello, come l’amore rosso il suo mantello, tu lo seguisti senza una ragione come un ragazzo segue un aquilone.
E c’era il sole e avevi gli occhi belli, lui ti baciò le labbra ed i capelli, c’era la luna e avevi gli occhi stanchi lui pose le sue mani sui tuoi fianchi.
Furono baci e furono sorrisi, poi furono soltanto “fiordalisi” che videro con gli occhi nelle stelle fremere al vento e ai baci la tua pelle.
Dicono poi che mentre ritornavi, nel fiume, chissà come, scivolavi e lui che non ti volle creder morta bussò cent’anni ancora alla tua porta.
Questa è la tua canzone Marinella, che sei volata in cielo su una stella e come tutte le più belle cose vivesti solo un giorno come le rose.
E come tutte le piĂą belle cose, vivesti solo un giorno come le rose.