Francesco de Gregori

A Lupo

Francesco de Gregori


Lei aveva tasche troppo strette
e otto, nove, dieci modi di vivere,
forse aveva un cuore troppo grande
e una strana maniera di sorridere.
Lui aveva un grosso cervello
e dei gerani proprio dove al strada si divide,
lontano i campanili suonavano ma lui non se ne preoccupava.
Ma questa non è casa mia,
i ricordi si affollano in fretta e un libro
cominciato la sera è già dimenticato la mattina.
"A Lupo, anima pura, perchè non giuri
più sulla sua bambina".


Il poeta in affari veniva da molto lontano
con dei nastri colorati legati alla vita,
la vide che vendeva giocattoli,
le chiese "Cosa vuoi per una notte?".
Lei non rispose, le parole erano neve,
la piccola fiammiferaia presa dal gioco,
si è rotta una mano sopra il filo spinato,
rispose la signora, "Non ho niente da chiedere,
se non le tue lacrime e tutto quel che hai".
Ma questa non è casa mia,
i ricordi si affollano in fretta
e un libro cominciato la sera è già dimenticato la mattina.
"A Lupo, anima pura, perchè non giuri più sulla sua bambina".


E si presero per mano nella notte stellata e piovosa
e capirono che in fondo bastava
non chiedersi né l'anima né il cuore né niente di simile,
soltanto quattro salti dove più ti conviene.
E vennero accerchiati da quaranta ladroni
usciti dalla favola senza permesso,
riuscirono a fuggire proprio a mezzanotte,
senza colpo ferire, senza fare rumore,
l'orologio batteva i suoi colpi,
la Renault diventava una zucca.
Ma questa non è casa mia,
i ricordi si affollano in fretta
e un libro cominciato la sera è già dimenticato la mattina.
"A Lupo, anima pura, perchè non giuri più sulla sua bambina".

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