Parlo di noi, immagini senza età, ingenui spettatori di questo ridicolo varietà. Parlo di noi, comparse di Cinecittà, ognuno ha i suoi debiti e paga le rate della sua dignità. Parlo di noi, sotto i riflettori indifferenti delle stelle, rinchiusi in uno stadio come animali impazziti, di un secolo di guerre, di noi che per non vivere vere emozioni ad ogni angolo compriamo false illusioni e andiamo a letto per non sentire un dolore che non vuole passare.
Parlo di noi, che ogni giorno corriamo per raggiungere impossibili mete, treni solitari, che mille lettere scriviamo, sui settimanali, sulle code delle comete, di noi che bestemmiando preghiamo, senza riuscire mai ad essere eroi di questa piccola storia infinita che chiamiamo ancora vita, parlo di noi, parlo di noi.
Di noi, che affoghiamo nell'alba di un'altra allegria, nessuno qui si offenda, io parlo di noi, grandi assenti di questa lotteria, destinati a un esodo senza intervallo, a rimpiangere un amore finito sul più bello, noi che dai nostri padri e dai loro partiti siamo stati traditi.
Parlo di noi, che dentro al cuore lottiamo per non essere quello che siamo, fragili spighe di grano sotto la falce del vento, papaveri rossi pieni di sentimento, di noi che in fondo all'odio ci amiamo e siamo ormai, nostro malgrado, gli eroi di questa piccola storia infinita che chiamiamo ancora vita, parlo di noi, parlo di noi.