A te che sei cresciuto nei giardini comunali come noi bolognesi, Sai cosa intendo, cosa voglio dire, sai anche perchè voglio celebrare quei tempi?. Ti fiondo indietro di dieci anni per cinque minuti abbondanti e pesati Celebro quei tempi che non sono spariti Piuttosto spartiti, belli e brutti impreziositi Dagli anni che passano i ricordi non li tassano Le sfumature s'intrecciano quando i dettagli svaniscono Ma non sul mio disco rigido, su cui vedo nitido ogni peso specifico a cui mi identifico "non dimentico regaz, non dimentico" Lacerando lo spazio temporale come jaron lenier
Nell'ottantanove ai gardens eravamo tra i più piccoli e squattrinati Beccarsi alle panche verdi era sentirsi uniti quasi appiccicati Sfidandoci a vicenda, skateando chiudendo un trick a testa con ignoranza Toccavi concentrazione a distanza Dieci agosto due pomeriggio quaranta gradi all'ombra Nessuno è andato in vacanza per grindarsi la solita panca Lo stagno ribolle folate nauseabonde intossicando monelli Tra zanzare e grillie mostri morti sulle sponde Vedi io non so su di te che effetto ha avuto Ma a noi ci ha svegliato geppo inetto c'è servito In più spero che la luce traspaia Col fuoco negli occhi fino alla vecchiaia Felice o solitaria
Pianterò semi di funk in memoria fissa espandibile Per marmocchi e pidocchi Per una scelta rispettabile negli occhi G.a.r.d.en's abitudineri bolo indigeno, è un remember per i regaz della bell'epoque Eravamo un fiume di sbarbati sbandati e senza mezzi Che però se ne uscivano con svariati pezzi Per captare il plus valore di un azione notturna servono mezzi Se la passione fosse moneta avremo i miliardi Mettevamo cuore prima di assorbire i linez Inculare gli spray sponsor per i raid
Che il muro stava per fissare in stasi rimasi sedotto dall'effetto dei miei complici dal loro getto Scenen in atto con tratto perfetto rapidi che fossero flop sotto i portici O macinando cisterne in condizioni avverse C'era quel senso di vuoto immerso nell'ignoto Che tua madre ancora adesso fisso avrebbe goduto Siamo anfibi nella pioggia protetti dalla nebbia t'invadiamo il cortile in silenzio come granelli di sabbia E penso che ci piaccia che si sappia Lasciare il segno a modo mio espandermi a sorpresa come afta Fumati sto mc che non ti vengono i tic Il mio farmacista somministra widow afgani cinque g più volte a di Per questo lp aderisco ai miei beat come un treno di gomme slick o come l'elastico dei miei slip Tutto sto trip per dirti che lasciarti pensare a noi come i più pesi uomo sarebbe mentirti Non stavamo certo a guardare più di un numero uscito bene , giocavo in genuino stile amatoriale G.a.r.d.en's abitudineri bolo indigeno è un remember per i regaz della bell'epoque
Questo pezzo è per la mia gente sconosciuta o celebre pur per sempre importante Che inconsapevole mi ha fatto cosciente che ai tempi d'oro si dava tanto Senza bruciarsi in qualsiasi vizio vigliacco Ci vedo soldati semplici nella guerra tra poveri olimpionici nel nostro stile Regaz di cui ammiro stimo il mimo persino gesticolare e verbale Perché non esiste sentirsi in ballotta prima di entrare Devi spartire ti fissano poi te la passano Se svacchi ti spaccano buona veduta giusta ragione pochi gichini di parole Costanti ripercussioni sui tuoi prossimi umori Psichici e fisici che rischi solo se te le cerchi se sporchi i nostri cerchi Ingessi balotte che si danno punte nei parchi Con strani tagli maragli basati sui ricavi Che placo lontani su quattro quarti e tre ottavi.